sabato 13 giugno 2009

i saggi critici del Professor Mandarino

Ho l'altissimo onore di letture critiche delle mie poesie da parte dello scrittore Prof. Mandarino di Napoli.
Da oggi, fino a quando vorrà onorarmi del suo interesse le propongo sul mio blog man mano, non essendo sicura di meritare un simile privilegio da parte di una penna così prestigiosa come la sua.

Le lacrime del mare

La bottiglia iniziò a navigare
verso paesi lontani.
I marinai tiravano sassi
per giocare e romperla,
qualcuno con un amo
cercava di afferrarla,
ma bisognava sporgersi troppo.
In realtà bastava che una barca
si avvicinasse alla sua semplice rotta
e che un uomo
la prendesse con una mano.
Ma il comandante ordinò

di passare avanti,
c’era un branco di pesci da pescare
e poi forse c'erano
le solite frasi sul messaggio:
“Un amore perduto,
la preghiera di un ritorno
il desiderio di un regalo speciale.”
Nulla che non si potesse
urlare al cielo
o sussurrare in una preghiera.
Così la missiva del naufrago
continuò a galleggiare
tra le onde, sempre più alte,
finché si infranse contro uno scoglio
e la carta si intrise
di acqua e di sale,
le lacrime del mare.

Giusy Cafari Panico





E' il canto della solitudine e dell'indifferenza altrui per ciò che ciascuno di noi si porta, dolore o gioia, angoscia, disperazione o speranza, racchiuso nella propria "bottiglia" in navigazione sul mare della vita.
Ma è anche il disprezzo dei "marinai" che tentano di romperla, o, indifferenti, "passare avanti" perchè "c'era un branco di pesci da pescare", cose più concrete e solide di una "bottiglia" che può contenere banali frasi di amore, che non possono, né devono fermare attività che riempiono la vita di frenesia e di lucro.
La nostra bottiglia affidata al mare contiene soltanto preghiere inascoltate, anche se urlate e la richiesta di amore, che nessuno offre, perché "lontano" o addirittura inesistente, al quale la vita con la sua durezza offre "lo scoglio" contro il quale va ad infrangersi.
L'unica consolazione è il mare che accoglie la disperazione e l'amarezza del messaggio rovinato nelle sue acque salate e confuso, ora, con esse. Il mare qui è la natura che partecipa alla sofferenza degli uomini o il Dio che attende il disastro provocato dalle angosce della vita per poterne essere partecipe e condividerle?

(commento a cura di Lorenzo Mandarino)

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