sabato 18 dicembre 2010

PRESENTAZIONE DEI TRE NUOVI VOLUMI DEI VOLATORI RAPIDI “ RACCONTI IN LIBERTA’” PRESSO ROSSO TIZIANO, 17 DICEMBRE 2010


I Volatori Rapidi ( il gruppo di scrittori di cui faccio parte) hanno presentato nella prestigiosa cornice dello Spazio Rosso Tiziano di Piacenza i loro nuovi tre libri editi da LIr:
Racconti in Libertà Volume I “L’ombrellone a tredici colori”
Racconti in Libertà Volume I “Undici spicchi di luna”
Racconti in Libertà Volume I “Dodici viaggi insoliti”
tratti da quelli pubblicati in estate dal nostro gruppo nelle annate 2008 – 2009-2010.

Presenti oltre agli scrittori e al padrone di casa e raffinato chansonnier Maurizio Sesenna, che ha interpretato “Vecchio Frack” dopo i recenti successi con la sua tournée dedicata a Domenico Modugno il Direttore del quotidiano Libertà Gaetano Rizzuto.
Il “nostro “ Direttore ha ripercorso la nascita del gruppo nel 2007, ricordando tutta la nostra storia con un affetto e una partecipazione che ci hanno davvero commosso.
La nostra collaborazione con Libertà è iniziata dal 2008. Ogni estate ognuno di noi si impegna a scrivere un racconto inedito e Libertà ci dedica un’intera pagina del giornale a testa. Un’esperienza che ci ha permesso di farci conoscere da un foltissimo pubblico ( Libertà è uno dei giornali locali più letti d’Italia) e di misurarci come scrittori con argomenti sempre diversi ( la vacanza, il primo anno; l’anniversario dello sbarco sulla luna, il secondo; il viaggio nel 2010).
Anche il prossimo anno proseguiremo questo rapporto di collaborazione che ci ha dato tante soddisfazioni.
Un grazie sentito al Direttore Rizzuto

Caro Direttore...come ho detto in presentazione... ti vogliamo bene.

Grazie anche all’Art Director di Libertà Paolo Terzago, con cui ci interfacciamo sempre da ormai anni, un vero mago!

A tutti i giusynauti: i libri sono in vendita presso la Libreria Romagnosi di Piacenza.

Volatori a Penelope mercoledì 15, sabato 18 e mercoledì 22 dicembre


I Volatori Rapidi protagonisti delle ultime puntate dell’anno di Penelope ( Tele Libertà).
Nella puntata di mercoledì 15 dicembre ( in replica oggi sabato 18 alle ore 21) Francesco Danelli ed io presenteremo i nuovi tre libri dei Volatori: Racconti in Libertà, che raccoglie i racconti estivi pubblicati dal nostro quotidiano piacentino negli anni dal 2008 al 2010


Nella puntata del 22 dicembre Doriana Riva ed io tratteremo il Tema del Natale della Letteratura.

Le letture di entrambre le puntate saranno a cura del nostro mitico e bravissimo VolATTORE Federico Puorro

domenica 12 dicembre 2010

Moto a luogo vince il Premio Speciale della Giuria "Emozioni e magie del Natale"


Moto a luogo ha vinto il Premio Speciale della Giuria del Concorso NAzionale di Poesia e Narrativa "Emozioni e magie del Natale" di Piacenza.
Il premio è dedicato alla memoria della Principessa Esperia Balestra Caracciolo, madrina storica della manifestazione e consegnato dal Direttore di Libertà Gaetano Rizzuto.
Colgo l'occasione per ringraziare la giuria che mi ha conferito un premio che sinceramente non mi aspettavo e il Direttore Rizzuto, che mi ha rivolto parole affettuose e toccanti, tanto da farmi venire le lacrime agli occhi. L'organizzatrice Roberta Braceschi mi ha dovuto dire "proibito piangere".
E' la prima volta che mi succede, da quando circa quattro anni fa ho ripreso a scrivere dopo qualche anno di silenzio.


Riporto la motivazione del Premio:

"In questa raccolta di poesie intimistiche si percepisce l'irrequietezza di un'anima tormentata, alla ricerca dell'amore e consapevole della fragilità della condizione umana. L'autrice si sente un'emigrante - straniera nella sua stessa città - sempre in viaggio verso un "Altrove" desiderato e per ora irraggiungibile".

Parole bellissime che mi hanno colpito al cuore. Io mi sento davvero così e solo chi mi conosce veramente sa cos'ho davvero nell'anima. E' straordinario che qualcuno se ne sia accorto leggendomi... solo persone di grande sensibilità possono aver colto questo aspetto che quasi nessuno vede in me.

Grazie a tutti.

mercoledì 8 dicembre 2010

In libreria "Moto a Luogo"!



Da oggi la mia nuova raccolta di poesie "Moto a Luogo" ( Edizioni Lir) è in vendita presso la Libreria Internazionale Romagnosi e la Libreria Fahrehneit 451 di Piacenza.
Prossimamente anche in alcuni siti web di vendita on line.

Premio Letterario Cittadella 2011



Carissimi amici, ho avuto l'onore di essere inserita in giuria in un altro prestigioso premio a cui vi invito caldamente a partecipare in quanto specializzato in un settore di grande interesse quale quello della Letteratura Fantasy

Ecco il testo del regolamento.

L'Associazione Culturale PIAZZA DEI BARDI indice un concorso per il miglior racconto fantasy
inedito scritto da autore italiano. Per “inedito” si intende che il testo nella sua interezza o anche
parzialmente non deve essere stato mai pubblicato né su carta né sul web.

Al premio possono partecipare tutti gli autori italiani viventi alla data della promulgazione di
questo bando, senza limiti di età, con un solo titolo per autore. Non possono partecipare coloro che
fanno parte della Giuria.
La lunghezza dei racconti non potrà superare le 20 pagine per un totale di 48.000 battute
complessive, inclusi gli spazi bianchi (2.400 battute per pagina).
Non sono ammessi racconti destinati a bambini ( fino ai 13 anni).
Sono escluse dal premio tutte le opere che non sono rigorosamente fantasy. Pertanto non sono
ammessi al premio: vampiri, horror, noir, gothic, cyberpunk, gialli con vaghi elementi fantastici,
fiabe, fantascienza o fantapolitica mascherata, miscellanea di generi vari, ecc.

Ogni partecipante al concorso dovrà far pervenire all’associazione, a titolo gratuito, 5 copie del
racconto in forma cartacea, allegando l'indirizzo e il numero di telefono, nonché una firma
autografa. I testi in concorso devono pervenire entro il 31 marzo 2011, all’indirizzo: Associazione
Piazza dei Bardi – c/o Adriana Comaschi, Via Parea 3- 27049 Stradella (Pavia). Farà fede la data
del timbro postale.
La quota di iscrizione è fissata in euro 5,00 per ogni racconto inviato, a sostegno delle spese di
segreteria, e deve essere versata contestualmente all'iscrizione, in contanti e busta chiusa.
La proclamazione del vincitore e la premiazione avverranno all'interno di una apposita
manifestazione culturale. La sede e la data della manifestazione sarà pubblicata sul sito internet
dell’associazione, e ne saranno informati gli autori dei 5 racconti finalisti. È prevista la partecipazione obbligatoria dei finalisti alla premiazione, pena l'esclusione dal Premio.
La Giuria sarà composta dai membri del Consiglio Direttivo di Piazza dei Bardi esperti del settore
letterario (autori, editori, ecc.); il suo giudizio è insindacabile.
Il premio per la cinquina dei finalisti è l'iscrizione all'Associazione Piazza dei Bardi della durata di
un anno e pergamena di graduatoria; al vincitore, l’iscrizione annuale gratuita e una targa di
riconoscimento.
La partecipazione al concorso implica l'accettazione di quanto sopra esposto.


Per informazioni sull'associazione e sul Premio www.piazzadeibardi.eu/

sabato 4 dicembre 2010

Ingresso libero - Teleducato 4 dicembre 2010



Oggi sono stata ospite della scrittrice Irma Zanetti (autrice dell'emozionante romanzo "Come un ombrello bagnato lasciammo il sorriso sull'uscio") nel suo spazio letterario "Book corner" all'interno della trasmissione di Teleducato Piacenza "Ingresso Libero".
Grazie all'amica Enza Iozzia per aver registrato e inserito su facebook l'intervista. Rimando ai frequentatori del social network il video fino a quando non sarò capace di inserirlo anche qui ;-)

http://www.facebook.com/profile.php?id=1406425828&v=app_2392950137#!/video/video.php?v=1538180417605&oid=170333436333769

E' stata una bella esperienza in uno studio caldo e accogliente. Irma poi è un'intervistatrice d'eccezione e di classe, mai banale. Grazie di cuore per il dono a sorpresa che mi ha fatto: ha letto all'inizio del suo spazio il prologo del mio nuovo libro Moto a luogo, con la sua bella voce calda e profonda. Che dire... mi è sembrato più bello...e mi sono molto emozionata...
Grazie... non me l'aspettavo!!

venerdì 19 novembre 2010

Consegna della "Coppa d'Oro" a Gerry Scotti a Milano



Oggi alle ore 19 circa si è svolta la consegna del Premio "Coppa d'Oro" 4a edizione a Gerry Scotti.
E' un premio prestigioso che viene assegnat ogni anno a personaggi illustri di Piacenza o vicini ai valori della città.

Avevo la consegna del silenzio... e nessuno infatti sapeva che sarei intervenuta anch'io.
L'antefatto è questo: nella puntata del Milionario a cui ho partecipato nel maggio scorso Gerry aveva magnificato le qualità della Coppa piacentina.
In occasione della sua premiazione sono stata invitata a...fargli una sorpresa, ricordandogli la mia presenza nella sua trasmissione.

Sono felice di averlo riabbracciato e, soprattutto, che si sia ricordato di me!
La giornata è stata molto bella, tra l'altro in una cornice lussuosa: il Circolo della Stapa di Milano - Sala MOntanelli, con personaggi di spicco quali il Presidente della Camera di Commercio di Paicenza, Ing. Giuseppe Parenti, il giornalista che ha organizato l'incontro ( e che mi ha contattato per la sopresa a Gerry) Nico Silvestri, altre personalità e membri di tutti gli organi della stampa e della televisone piacentina.

Alla fine degustazione dei magnifici salumi e brindisi con Gerru Scotti.

Gerry... ancora tu? Ma non dovevamo vederci più ;-)))
Grazie per la bella emozione... domani scriverò più particolari.

Buonanotte...

martedì 26 ottobre 2010

INCONTRIAMOCI TRA LE RIGHE - CASTELFIDARDO 24 OTTOBRE 2010




Domenica 24 ottobre ho partecipato a Castelfidardo (Ancona) ad un'iniziativa molto interessante e innovativa nel panorama letterario ed editoriale italiano: "Incontriamoci tra le righe.- Il pensiero scritto", in rappresentanza dell'Associazione Pegasus di Cattolica e, in particolare, della Giuria del Premio Internazionale di Cattolica.

Organizzato dalla scrittrice e grande promotrice culturale e sociale Maria Lampa, questo evento è un'occasione unica per fare incontrare tutti coloro che si muovono nell'ambito della scrittura: autori, lettori, editori,operatori culturali.
Sessantacinque scrittori e poeti sia editi che inediti, provenienti da tutta Italia, hanno avuto l'occasione di esporre le loro opere nel luogo della manifestazione, il Klass Hotel, nella sala Congressi. Il pubblico, folto e curioso, ha visitato i tavoli e gli stand espositivi con grandissimo interesse.
Durante la mattinata c'è stato un convegno sul tema di quest'anno "Il pensiero scritto" a cura di esperti del settore come Giancarlo Trapanese, vice caporedattore RAI - e presidente della giuria del Premio Cattolica - e da autorità locali, nel pomeriggio dodici autori hanno avuto la possibilita di presentare le loro opere.
Moderatrici l'instancabile Maria Lampa e la scrittrice Barbara Raponi Giorgini.

Ho avuto modo di parlare del Premio Cattolica, in particolare delle novità di quest'anno. Molto apprezzata dagli intervenuti, alcuni dei quali mi hanno chiesto informazioni anche durante il pranzo conviviale previsto dall'iniziativa, la pubblicazione, prevista dal concorso quale primo premio sia del romanzo che della silloge inediti. Molte domande anche sulla presenza di testi in inglese, sui premi agli articoli giornalistici e sulla possibilità per le autrici di partecipare alla Notte Rosa 2011. Tutte le altre notizie è possibile trovarle nei post successivi a questo, sul mio blog.

E poi... ho avuto occasione di portarmi dietro il mio ultimo libricino di poesie, che si intitola "Moto a luogo" e che qualcuno si è già portato a casa (questo mi fa molto piacere).

A breve lo presenterò anche a Piacenza, e ovviamente terrò informati i miei giusynauti.

Nel frattempo ringrazio la Pegasus di avermi mandato per la prima volta nientemeno che come "inviata", dandomi l'occasione di conoscere tante persone interessanti e stimolanti e anche chi mi ha accompagnato e sostenuto in questo bellissimo contesto.






sabato 16 ottobre 2010

Premio Letterario Città di Cattolice - III edizione



Ritorna anche quest'anno il Premio Letterario Internazionale Città di Cattolica, alla sua Terza edizione, con l’alto patrocinio della Presidenza del Consiglio dei Ministri, della Regione Emilia Romagna della Provincia di Rimini e del Comune di Cattolica, gemellato con IPLAC, Insieme per la Cultura.
Anno dopo anno questo premio, organizzato dall'Associazione Pegasus di Cattolica e in primis dal suo straordinario e carismatico Presidente Roberto Sarra, ha saputo conquistarsi uno spazio prestigioso nel panorama dei concorsi letterari italiani, diventando immediatamente uno di quelli che contano più iscritti e, senza alcuna tema di smentita, il più originale ed innovativo.

La serata della premiazione, nella splendida cornice del Teatro Regina di Cattolica, è l'equivalente letterario della notte degli Oscar. Tra orchestre sinfoniche, balletti classici, momenti musicali, ospiti prestigiosi e premi alla carriera ad illustri personaggi della cultura italiani quali Sergio Zavoli, il Presidente del Premio Bancarella Giovanni Benelli, il Presidente del Pen Club Lucio Lami, Alessandro Quasimodo, Cesare Rimini solo per citarne alcuni, salgono sul palco i premiati, presentati tutti gli anni da note presentatrici televisive, dal presidente e dai membri della giuria.

Ogni autore premiato ha il suo momento di meritata gloria, il giusto spazio in un mondo che purtroppo oggi offre poco rilievo alla cultura, all'amore per la parola scritta, a chi dedica tempo, passione e sangue a questa passione.

Ecco perché Roberto Sarra ha studiato questo evento. La cultura in primo piano, sotto l'occhio di bue dei riflettori, per portare valori, messaggi positivi, in una parola...bellezza.

Quest'anno il premio presenta due grandi novita: la sezione dedicata ai giornalisti e la presenza di testi in lingua inglese.
Non a caso il Premio è sottotitolato "Literary Awards", a sottolineare l'autentica vocazione internazionale di questo premio, che l'anno scorso ha visto tra i premiati un autore francese e molti partecipanti stranieri, anche d'oltreoceano.

Io ho avuto l'onore di vincere un premio nel 2009, che conservo con grande soddisfazione, e di entrare in giuria assieme a persone splendide, oltre che autori di grande livello.

Vi invito caldamente a partecipare. La scadenza è il 31 gennaio e da quella data lavoreremo alacremente, come l'anno scorso, con trasparenza e grandissimo impegno.

E' un grande premio. Importante. Che porta tanta fortuna.
A me ne ha portata tanta, lo sapete!

Vi presento la giuria:

COMPOSIZIONE DELLA GIURIA

PRESIDENTE
DOTT. GIANCARLO TRAPANESE SCRITTORE –GIORNALISTA VICE CAPOREDATTORE RAI

COMMISSIONE VALUTATRICE

DOTT. ROBERTO SARRA PRESIDENTE ASS. PEGASUS SCRITTORE POETA SAGGISTA CRITICO CONSULENTE LETTERARIO

DOTT.SSA CAV. MARINA PRATICI POETESSA SCRITTRICE GIORNALISTA CRITICO CONSULENTE LETTERARIO

DOTT. SSA GIUSY CAFARI PANICO POETESSA E SCRITTRICE

DOTT.SSA CLAUDIA CONTARDI GIORNALISTA – CONSULENTE EDITORIALE

AVV. CARDELLINI GIULIANO POETA E SCRITTORE

DOTT.SSA LELLA DE MARCHI POETESSA E SCRITTRICE

DOTT.SSA DANIELA QUIETI POETESSA SCRITTRICE CONSULENTE LINGUISTICA

DOTT.SSA FRANCESCA PAZZAGLINI CONSULENTE LINGUISTICA TRADUTTRICE

Premio Letterario Internazionale Città di Cattolica - Il Regolamento

L’Associazione Culturale “PEGASUS CATTOLICA” con l’alto patrocinio della Presidenza del Consiglio dei Ministri, della Regione Emilia Romagna della Provincia di Rimini e del Comune di Cattolica, organizza la 3^ Edizione del Premio letterario Internazionale Città di Cattolica articolato in cinque sezioni.

A. Libro edito in Lingua Italiana o in lingua Inglese inerenti la narrativa, la poesia e la saggistica.
B. Opere inedite di poesia in lingua italiana, in lingua Inglese o in vernacolo italiano.
C. Narrativa inedita in lingua Italiana o Inglese.
D. Romanzo inedito in lingua italiana o Inglese.
E. Silloge poetica in lingua italiana o Inglese.
F. Articolo giornalistico in lingua Italiana o Inglese.

PER OPERE IN LINGUA DIVERSA DALL’ITALIANO E DALL’INGLESE OCCORRE INVIARE APPOSITA TRADUZIONE.

Il tema è libero.

E’ possibile partecipare alle sezioni B, C, ed F, con max 3 elaborati, per le categorie A e D un solo elaborato, per le categorie E una raccolta di minimo 25 e Max 30 poesie. Ogni concorrente può liberamente partecipare a più categorie, versando le relative quote.

ART. 1
L’iscrizione al concorso è aperta agli autori di qualsiasi nazionalità. L’adesione da parte dei minori deve essere controfirmata da chi ne esercita la patria potestà.

ART. 2
I concorrenti o le case editrici per partecipare al concorso dovranno versare un contributo (quota associativa) di € 25,00 pere le categorie A, D ed E e di € 20,00 per le restanti categorie sul C/C BANCARIO n. 2946 –Coord. Bancarie IT-71Z/08578/67750/000030102946 intestato all’Associazione Culturale “PEGASUS CATTOLICA” o in alternativa assegno circolare intestato all’Associazione entro e non oltre il 31.01.2011 (farà fede la data del timbro postale). Ed inviare le composizioni complete di fotocopia del versamento o corredate dell’assegno, al seguente indirizzo:
Associazione Culturale “PEGASUS CATTOLICA” via Irma Bandiera 29 47841 Cattolica (RN). associazione.pegasus@alice.it Tel. 347 1021100

ART. 3
Le composizioni relative alle categorie B,C,D,E ed F dovranno pervenire in forma dattiloscritta ed in cinque copie di cui una sola firmata e corredata di tutti i dati dell’autore, compreso l’indirizzo E. MAIL. Le opere partecipanti alla sezione poesia non potranno essere superiori a quaranta versi, mentre le composizioni di narrativa, non potranno superare (indicativamente) le quattro cartelle (A4) standard in corpo dodici, 1800 battute compresi gli spazi. Per la categoria D, non ci sono invece limiti di cartelle, le opere dovranno essere rilegate con spillatura metallica o termo rilegatura. Per quanto concerne la Categoria “E” sono previste un minimo di 25 cartelle ed un massimo di 30. L’articolo relativo alla Cat. “F”, non potrà invece superare 1 cartella giornalistica 1650 battute compresi gli spazi.

ART. 4
Per la categoria A verranno inviate n. 5 copie esclusivamente in supporto cartaceo riguardanti libri editi nel periodo GENNAIO 2006 – GENNAIO 2011. Gli elaborati pervenuti all’Associazione entro la data indicata saranno giudicati da una giuria qualificata. Ulteriori premi potranno essere istituiti in corso d’opera dall’Associazione, il giudizio della commissione preposta sarà insindacabile ed inappellabile.

ART. 5
Le opere premiate e segnalate resteranno a disposizione dell’Associazione per eventuali successive manifestazioni e non verranno restituite.

ART. 6
I premiati dovranno ritirare personalmente i premi o mandare persona fidata, durante la manifestazione ad eccezione dei premi in denaro per i quali è obbligatoria la presenza dell’autore. Si precisa che tali premi non potranno in alcun modo essere spediti. In caso di Ex Aequo il premio verrà diviso in parti uguali fra i partecipanti.

ART. 7
La premiazione avverrà nel mese di Aprile 2011 presso il Teatro della Regina, sito in Piazza della Repubblica a Cattolica.

ART. 8
Le giuria sarà composta da critici, autori, e da personaggi autorevoli provenienti da vari settori culturali. I premi consisteranno in assegni in denaro , trofei, targhe e pubblicazioni. Le case editrici alle quali si segnaleranno i partecipanti più meritevoli, si riserveranno la facoltà di prospettare loro l’opportunità di una eventuale pubblicazione delle loro opere.

ART. 9
La serata di Premiazione alla quale parteciperanno personaggi del mondo dello spettacolo e della cultura, sarà allietata da intermezzi musicali, coreografie a tema e dalla pubblica lettura da parte degli autori delle opere selezionate come vincitrici.

ART. 10
I vincitori delle sei categorie dei premi, dei premi della giuria, della critica e dei premi di merito, saranno avvertiti tramite telefonata, mail, o raccomandata almeno 15 giorni prima della data della cerimonia di premiazione. Tutti i partecipanti potranno comunque consultare gli elenchi dei vincitori direttamente sul sito dell’Associazione entro le 48 ore successive alla chiusura dei lavori della commissione valutatrice.

ART. 11
Non sono previsti rimborsi per spese d’albergo, i partecipanti potranno pernottare qualora lo desiderino presso un hotel convenzionato con l’Associazione.

ART. 12
Per la più completa serietà e trasparenza si specifica che i vincitori dei primi tre premi di ogni categoria in concorso non potranno iscriversi al premio per l’anno successivo all’edizione alla quale hanno partecipato.

http://www.associazionepegasuscattolica.it/REGOLAMENTO%20PREMIO%20LETTERARIO%202010.pdf

Premio Internazionale Città di Cattolica - I premi

CAT. “A” LIBRO EDITO IN LINGUA ITALIANA O IN LINGUA INGLESE INERENTE LA NARRATIVA, LA POESIA E LA SAGGISTICA.
1° CLASSIFICATO € 1.000. + TROFEO
2° CLASSIFICATO € 500 + TARGA
3° CLASSIFICATO € 300 + TARGA

CAT. “B” OPERE INEDITE DI POESIA IN LINGUA ITALIANA, IN LINGUA INGLESE O IN VERNACOLO ITALIANO
1° CLASSIFICATO € 500 + TARGA PRESTIGE
2° CLASSIFICATO € 300 + TARGA
3° CLASSIFICATO € 200 + TARGA

CAT. “C” OPERE DI NARRATIVA INEDITA IN LINGUA ITALIANA O IN LINGUA INGLESE
1° CLASSIFICATO € 500 + TARGA PRESTIGE
2° CLASSIFICATO € 300 + TARGA
3° CLASSIFICATO € 200 + TARGA

CAT. “D” ROMANZO INEDITO IN LINGUA ITALIANA O INGLESE
1° PREMIO (VINCITORE UNICO)
PUBBLICAZIONE E PUBBLICIZZAZIONE DEL ROMANZO CON OMAGGIO DI N. 10 COPIE PER L’AUTORE + TARGA.

CAT. “E” SILLOGE POETICA INEDITA IN LINGUA ITALIANA O INGLESE
1° PREMIO (VINCITORE UNICO)
PUBBLICAZIONE E PUBBLICIZZAZIONE DELLA SILLOGE CON OMAGGIO DI N. 10 COPIE PER L’AUTORE + TARGA

CAT. “F” ARTICOLO GIORNALISTICO IN LINGUA ITALIANA O INGLESE
1° PREMIO € 500 + TROFEO
2° PREMIO TARGA
3° PREMIO TARGA
PER OPERE IN LINGUA DIVERSA DALL’ITALIANO E DALL’INGLESE OCCORRE INVIARE APPOSITA TRADUZIONE



VERRANNO INOLTRE ASSEGNATI I SEGUENTI PREMI:
PREMIO ATHOS LAZZARI COMPIANTO INTELLETTUALE CATTOLICHINO (TROFEO)
PREMIO SPECIALE DELLA GIURIA (TARGA)
PREMIO SPECIALE DELLA CRITICA (TARGA)
PREMIO SPECIALE PER OPERE DI GENERE FANTASY (TARGA)
PREMIO PROFUMO D’AUTRICE (RISERVATO ALLE AUTRICI) TARGA + PARTECIPAZIONE COME OSPITE AL PRESTIGIOSO TALK SHOW “DONNE IN SALOTTO” (NOTTE ROSA LUGLIO 2011)
PREMIO SPECIALE RISERVATO ALLE TESTATE GIORNALISTICHE

Civago




Mancavo da Civago, il paese di mia nonna Angelica Fioravanti dal 1988.
Ero poco più di una ragazzina ed ero con mio padre, che sarebbe morto nel 1990, dopo un anno e mezzo. Ero nel bel mezzo del periodo peggiore della mia vita e ho anche un vago ricordo dell'ultima visita.
Era appena morta la mia amatissima nonna materna, Ada, a cui sto dedicando il romanzo che sto scrivendo. Ero confusa, non vedevo nulla...
Così per arrivare agli ultimi ricordi certi devo andare ancora più indietro, al 1986
Una vita.
Per essere onesta per tanto tempo ho sempre avuto un rapporto di amore/odio per questo paese...
Mi sentivo molto sola: non avevo cugini della mia età, erano tutti più grandi, salvo mio cugino toscano Saverio, che poi da ragazzino, giustamente, mi aveva scaricato perché a quell'età i maschietti vedono le femmine come il fumo negli occhi.
Passavo il tempo a leggere i giornalini della Marvel che mi passava mio cugino Franchino ( che però aveva dieci anni più di me e stava con i suoi coetanei) e le favole che trovavo nella stanzina segreta della casa della Sita, la postina del paese, dove i miei prendevano in affitto una casa per un mese, in genere luglio.
Capitan America e Thor erano i miei preferiti... proprio a me che non piacciono i biondi, ma leggevo tutto: l'Uomo Ragno, i Fantastici Quattro, Iron Man, l'Uomo di Atlantide, Phantom, Devil... tutti tutti.
E le bellissime favole che ho scoperto appartenere a Valerio Fioravanti, il figlio della padrona di casa, che praticamente non conoscevo, anche lui troppo grande... e che ho ritrovato casualmente su facebook poco tempo fa.
Mi dispiace non aver avuto il tempo di passare a salutarlo quando sono tornata, ma lo farò la prossima volta.

Sì, perché sono tornata... con una persona molto speciale che ha condiviso la mia emozione nel ripercorrere le strade che ho fatto tante volte da bambina e da ragazzina...
Tutte le fontane della discesa... quella della piazza dove una volta un dobermann lasciato libero mi aveva spaventato.
E quella chiesa che avevo ritratto con i pastelli ad olio a scuola, a dieci anni.


Eccola qui... nel luogo dove ormai conservo memorie care, che sfugge ai virus che mi stanno infestando i computer, che so frequentato da persone carissime.
Ancora più care di quelle che mi leggono su facebook, quando le due cose non coincidono.

Così ho scoperto che dovevo riconciliarmi con questa parte di passato che avevo rimosso, come mi capita sovente, in questo anno importantissimo di riscoperta delle mie radici. E queste per tanto tempo sono state le più neglette.

Non ero più tornata perché senza mio padre, che amava tanto il luogo da definirsi con tutti civaghino, non mi sembrava avesse più senso.

Poi proprio io che quando ci stavo quaranta giorni scrivevo disperata alle mie amiche della città: - Arrivo.. manca poco. Meno dieci!"

In realtà quel posto mi apparteneva, c'è sangue. E' l'unico luogo delle mie radici che abbia VERAMENTE frequentato. C'è parte di me, una parte che forse non conosco ancora bene...
La montanara che non sono e che forse non sarò mai... ma sì... qualcosa c'è.

Non è un caso se i miei migliori amici, forse le persone a cui voglio più bene vivano tutte in montagna...

Nel viaggio tra i faggeti, nelle nebbie, tornava la mia infanzia e voci dimenticate... profumi e luci che hanno colorato la mia vita.
E poi qualche volta sono stata anche felice... come quando ho disceso l'Abetina reale con un kway sotto il sedere a mo' di slitta, o quando cercavo con mio padre i vermicelli per pescare nel Dolo.

Forse stare tanto da sola, là, mi ha aiutato ad essere più introspettiva.
Ma ora basta, ho scritto fin troppo, tutto il resto rimane dentro il mio cuore...
E tutto quello che qui non si vede è ciò che mi è più caro...ciò che è scolpito nella mia anima e nel mio cuore.



Tornerò, giuro. Con chi mi ci riporterà.

Incontro con Antonia Tanzi - 22 ottobre alle ore 21 presso le Scuole Orsoline di Piacenza

L'Associazione "il Cammino" attiva da oltre vent'anni nel settore delle dipendenze sta realizzando un progetto molto importante.
A Mirabello di Senna Lodigiana, in Via Po 68, sono in fase di ultimazione dieci appartamentini immersi nel verde per coloro che per motivi diversi ancora non sono pronti o non possono essere inseriti nel tesuto sociale.
L'iniziativa è innovativa, straordinaria.
Permette di raggiungere due obiettivi: offrire i mezzi per non avere più nulla a che fare con la droga o l'alcol a coloro che da soli non hanno le risorse per farlo; proteggere la comunità dalle conseguenze che questo fenomeno sociale scatena.

La presidente dell'Associazione, Signora Antonia Tanzi, per contribuire al finanziamento dell'opera da lei stessa ideata e voluta ad ogni costo ha pubblicato "Antonia tra cielo e terra", raccontando la sua avventura e quella di molti giovani che personalmente, insieme al Dott. Konrad Fleischmann, psicologo della comunità, ha accompagnato ed ancora segue nel difficile cimpito di cambiare radicalmente esistenza.

Venerdì 22 ottobre alle ore 21 presso le Scuole Orsoline di Piacenza in Via Roma, ci sarà la presentazione del libro a cura della sottoscritta, dello scrittore Nereo Trabacchi, del Dott. Fleischmann e dell'Avvocato Emanuela Lini.
Un'occasione per conoscere Antonia Tanzi, la sua vita difficile, la sua drammatica esperienza di madre coraggio e il suo percorso interiore e spirituale che l'ha portata ad essere un grande punto di appoggio per chi ha bisogno di illuminare la propria esistenza.

Grazie ad Alessandra Locatelli, scrittrice e psicologa, nonché volatrice rapida, per avermi avvicinato a questa importante realtà e avermi invitato a prendere parte a questa iniziativa, a cui so che lei tiene moltissimo. Lei stessa sarà presente tra il pubblico nella stessa serata.

Vi aspetto e comunque, anche nel caso non possiate partecipare, vi invito a visitare la comunità, a cercare informazioni su di essa. A riflettere comunque che a volte anche noi ci potremmo trovare dalla parte "degli altri".


Grazie della vostra attenzione

martedì 5 ottobre 2010

Poesie sul viaggio

Sta per uscire il mio secondo libro di poesie...
Eccone altre anticipazioni accompagnate da una musica che mi ricorda un recente bellissimo viaggio in cui ho percorso tanta strada anche nella mia anima.

Dedicato alle persone che mi hanno accompagnano dove era importante che andassi o tornassi...

Viaggio

Vorrei viaggiare in un paese diverso,
dove la memoria è una pesca succosa
da cui attingere dolci ricordi,
l'umiliazione una palma piegata dal vento,
l'orgoglio un fiume maestoso
che si scioglie in mille rivoli
nel mare



Cripto


Ciò a cui teniamo
- veramente -
è cio che teniamo
più nascosto.
A volte anche a noi stessi


domenica 26 settembre 2010

Sta per uscire la mia nuova di raccolta di poesie

...ancora poche settimane e uscirà la mia nuova raccolta di poesie.
Sto ultimando le ultime correzioni.
In anteprima ecco due poesie del mio piccolo volume.

Altrove

Spesso nemmeno io
comprendo
quel senso di straniamento
che mi porto sempre dietro.
Quasi nulla mi appartenesse
Di questo mondo.
La felicità per me
È sempre nell’Altrove,
in un altro luogo,
in un altro tempo,
con altre persone.
E così mi sento
sempre un corpo estraneo.
L’oggetto fuori moda
in una casa moderna
o un grattacielo
in mezzo al Colosseo,
Mi sento la risata
dopo un funerale
e il pianto
dopo una barzelletta.
Intanto il tempo scivola
dove non potrà più tornare
e la mia anima emigrante
non sa più dove stare.


Il sollievo


Sei l'acqua che spegne l'incendio
la ruota che muove il carro,
l'ancora di una nave
e insieme il suo timone.
In te scopro la libertà del vento
e il filo che non fa perdere l'aquilone
Sei finalmente Poesia
la Mia...


Ho scritto alcune di queste poesie ascoltando musica di ogni tipo, ma in particolare, negli ultimi mesi, una canzone a cui sono molto legata.
Eccola.

mercoledì 15 settembre 2010

Io e il mio "Franchino"



Lunedì 13 settembre la Fondazione Milan ha portato in esposizione nella Galleria di Via Chiapponi a Piacenza tutti i cimeli provenienti dalla mitologica Via Turati, la strada di culto per noi tifosi milanisti.
Nel pomeriggio si è tenuta a San Rocco al Porto (paese in provincia di Lodi ma a tre o quattro chilometri da Piacenza, appena al di là del ponte) una partita tra le Glorie del Milan ( tra cui il Capitano, Massaro, Vierchowod, Eranio, Carbone, Di Canio, ecc) e una formazione di Formec Biffi, l'azienda sponsor dell'evento.

MA TUTTO QUESTO PER ME E' ININFLUENTE: C'ERA LUI, IL "MIO FRANCHINO", IL MIO CAPITANO.

La storia è lunghissima, come ormai la mia vita.
I protagonisti sono tre: una bambina, suo papà ex calciatore di belle speranze bloccato da un infortunio al ginocchio e da un padre che voleva che diventasse un impiegato, il suo adorato zio scapolo che riempiva una vita vuota da moglie e figli con sua nipote e con il Milan.
Tutti e tre avevano un idolo in comune, Franco Baresi.
Il papà l'aveva "scoperto" seguendolo addirittura quando giocava nelle giovanili.
La bambina lo conosceva fin dallo scudetto del 1979 e scriveva di lui nei temi.
Poi quando si era ammalato di setticemia ed aveva rischiato di morire e quando il Milan era andato in serie B due volte -e lui era rimasto - l'aveva mitizzato.
"E'come Ettore" scriveva alla povera maestra che, probabilmente, leggeva perplessa.
Poi erano arrivati brutti momenti in famiglia, ma proprio brutti, e l'adolescente ex bambina, molto solitaria, si consolava leggendo la Gazzetta con le imprese di quello che era diventato il suo eroe.
Odiava Bearzot perché non l'aveva chiamato in nazionale. Gli preferiva giocatori di mezza tacca ( a suo avviso), come Tricella, Righetti... e lei li odiava ( poveretti, cosa fa il tifo...).
Poi il ritorno in nazionale dopo l'esilio, i successi, gli enormi successi con il Milan. Sempre con le braccia al cielo a sollevare tutte le coppe esistenti al mondo.

Baresi era lei. Il simbolo di una rimonta possibile, una rimonta nella vita.
E poi in casa c'erano problemi, come capita spesso nelle famiglie e lo sport, il Milan, diventava una lingua franca per dirsi che ci si voleva lo stesso, nonostante i problemi.

Così il regalo di un giornalino come Forza Milan con l'immagine del Capitano poteva essere un ramoscello d'ulivo. Una notte passata assieme a vedere una partita intercontinentale un modo per sentirsi vicini, un ricordo indelebile di un rapporto padre-figlia forte nonostante tutto.

Caro Franco, anzi il mio Franchino come sanno tutti i miei compagni di scuola juventini che mi prendevano in giro, tu sei stato tutto questo per me.
Grazie di avermi baciato, di esserti fatto fotografare con me per mezz'ora, a momenti, di aver completato il gagliardetto che il caro Zio Emilio mi aveva comprato e che aveva fatto firmare da tutti i grandi della tua squadra.

Mancavi solo tu, il mio idolo di tutti questi anni, il mio amore di bambina.

Scusate Giusynauti, non so se capirete. Per me è stato tanto tanto importante come non riesco nemmeno a spiegare.

Ciao Franz, ciao Ufo, ciao Capitano.
Grazie del regalo immenso.

lunedì 30 agosto 2010

Nuove poesie...

E' un periodo in cui sono un po' dispersiva e sto lavorando a tre progetti contemporanei di scrittura. Probabilmente dovrei concentrarmi su uno solo... ma io sono fatta così.
Ecco le ultime poesie che ho pubblicato su alcuni siti internet... e che riporto di seguito, inserite in una raccolta di prossima pubblicazione.

L'ordine naturale

Non so perché
Ma non amo
L’ordine naturale delle cose.
Il susseguirsi
perpetuo delle stagioni.
L’alternanza
Del giorno e della notte.
Le tappe delle vita:
il primo dente
a un anno,
la pubertà a dodici,
a trenta il matrimonio,
a sessanta la pensione.
Io voglio la confusione,
la deviazione,
la non ripetizione.
Potrei morire
Per una riedizione
Di un già vissuto,
Di un già voluto,
Di un già ascoltato.

Sfiancata
Da un vivere comune
Mi fermo sulla riva di un fiume
A sognare
Che vada controcorrente,
Che le foglie
Non cadano dai rami
Ma si alzino
Leggere in cielo,
Che a Natale
Si mangi la Colomba,
Che il fuoco
Spenga l’acqua
Che l’uomo
Morda il cane.

Ma tutto identico
E uguale ripete
Se stesso ogni giorno,
Solo inclinando la testa
Cambia il mio punto di vista,
Ma questo è troppo poco
Non basta
A tenermi qui calma
Non basta.


GCP


Mulier

Chi sei anima mia,
nascosta in questo corpo
di donna?
Ho sempre pensato
Che le mie idee
Non avessero sesso,
Ma non era vero.

Sul mio cuore c’è un seno
Rifugio di un bimbo,
Promessa d’amore.
Come un cuore raddoppiato,
Esposto agli occhi di tutti.
Eppure
è'questo il mio segreto.

Sono il ventre del mondo,
sono una casa,
rifugio perenne
di desideri smarriti
pronta risposta
di mute domande.

Avvolgo come un manto
Chi ha freddo
E riscaldo.
Chi cerca da sempre
Il calore e la vita.

Chi sei anima mia?

Se l’uomo è la guerra
Io sono la pace
Se l’uomo è la sete
Io sono la pioggia
Se l’uomo è la fame
Io sono il pane.

(GCP)

domenica 29 agosto 2010

Parole e numeri

Da qualche tempo su Facebook propongo ai miei "contatti" racconti che ho scritto tanto tempo fa, pubblicati sul quotidiano Libertà.
Per i miei "giusynauti" del blog vorrei fare lo stesso.
Sto pensando di raccoglierli in un libro.
Li sottopongo volentieri al giudizio di tutti gli amici che mi vengono a trovare qui.

Estate Libertà- I Racconti > Estate - I Racconti 2003


Parole e numeri



di Giusy Cafari Panico





Quella maledetta paura di scrivere.

Erano due anni che non scriveva. Non si sentiva più degna di farlo. Ogni volta che si accingeva a rendere concrete le idee che si affacciavano in lei, si fermava. Paralizzata.

Si rendeva conto che solo pensieri banali le galleggiavano in testa. Concetti omologati, parole standardizzate, come testi di un programma televisivo commerciale.

Sotto il galleggiamento, tuttavia, percepiva un ribollire continuo e incessante.

Cercava di pescare nel pozzo della sua interiorità quel mostro marino che la inquietava e nello stesso tempo la stimolava. Nulla. Pescava solo stracci e scarpe vecchie, già use e consunte, con grande insoddisfazione e irrequietezza.Da quando poi aveva ripreso il suo studio dei classici, ogni autore le si parava davanti con le sue invenzioni maestose, le sue trame sottili, le descrizioni accurate, mai scontate o noiose…La "Recherche" di Proust… quale dramma averla ripresa in mano dopo la faticosa e svogliata lettura della giovinezza… quei magnifici personaggi tratteggiati pian piano nel corso di un'opera mastodontica, sorpresi, come per caso, solo nelle loro attitudini più mondane, nei salotti, eppure caratterizzati ognuno con tale maestria da far trasparire tutta la loro vita anche al di fuori di quello scenario… Non sarebbe mai riuscita creare un personaggio come il Barone di Charlus o la signora Verdurin… Né tanto meno le mille altre letture che in quei lunghi mesi avevano riempito la sua insopprimibile esigenza di letteratura potevano alleviarle quel senso di estrema inferiorità.Tutto era già stato scritto, tutto già pensato… come l'arte figurativa postmoderna aveva abdicato all'innovazione, così, anche quella letteraria doveva forse rassegnarsi alla rinuncia della rappresentazione per rifugiarsi in qualcosa d'altro, forse nella non letteratura? O forse era solo la "sua" presunta arte letteraria che non era più arte, che non era nulla…Una scrittrice che non scrive… come un essere vivente che non vive…, un amante che non ama.

Perché i fili dei suoi ragionamenti interiori non la avvincevano più come un tempo, quando era costretta, anche per strada, a cercare un pezzetto di carta qualunque, persino uno scontrino di cassa, per trascrivere pensieri, emozioni, per non perdere quei pezzi di sé che altrimenti avrebbe perduto per sempre?

Dove ritrovare quello strano fuoco interiore che si alimenta da sé a prescindere dal successo o dall'apprezzamento della gente…

Cosa le mancava?

Haima sapeva che l'unica strada per ritrovare se stessa era quella di cercare la parola, le parole, le note musicali con le quali ogni scrittore sogna di creare la sua grande sinfonia.Le evocatrici di bene e male, le formule magiche che Dio ci diede per evocare il mondo, "universali" oggetti di secoli di dispute filosofiche, Verbo fatto carne o carne fatta Verbo …Haima si concentrava sul concetto di parola, per cercarla, per riconoscerla,per tornare ad amarla…Anche se le sfuggiva in ogni modo. Da ogni angolo della sua mente, da ogni ricordo, da ogni dialogo… Invano la rincorreva e cercava di afferrarla per depositarla e scriverla. Si ribellava, sbuffava, si contorceva e si divincolava.

Come fermarla?

Dove trovarne uno sciame per afferrarne al volo almeno una…

Non nei freddi numeri che la circondavano.

I numeri.

Senz'alcun dubbio era necessario che qualcuno se ne dovesse pur occupare. Come in un ingranaggio ogni pezzo è ugualmente importante per il corretto funzionamento, così per l'organizzazione delle attività del mondo era inequivocabilmente indispensabile che una percentuale di esseri viventi fosse applicata nella gestione dei numeri.E ad Haima era capitato di entrare nell'ingranaggio, perché la vita ti conduce anche dove non avresti voluto andare.Numeri, numeri, tanto freddi, tanto più pesanti e definitivi … quando invece la parola è leggera, vola nell'etere della fantasia e cattura come un acchiappafarfalle tutti i significati che ognuno vuole attribuirle… E se è pronunciata dalle diverse voci umane muta colore come un prisma, dal nero di chi se ne serve con spietatezza al rosa di chi la dice con animo delicato, al giallo di chi la fa uscire da sé carica di maligni sottintesi. Raramente una parola è circoscritta come un numero. Quando lo è - come in "morte"o "mai più", -diviene una maschera tragica, si tinge di viola e ci porta a contatto con la finitezza del nostro essere. Pur nella sua concisione e nel suo bastare a se stessa non esaurisce il pensiero di chi parla o scrive o ascolta. Morte: cinque lettere terribili a cui però si accompagna lo speranzoso dubbio se la morte sia davvero la conclusione di tutto… in definitiva se la morte sia la morte; mai più… due piccole parole accompagnate o dal timore che quello che si è concluso non accada più… o che, al contrario accada ancora.La parola è un ponte tra chi parla e chi ascolta, tra chi scrive e chi legge, mezzo di comunicazione senza spazio e senza tempo, che ci permette di comunicare con persone morte da secoli (morte quindi, ma dunque per tornare alle elucubrazioni di prima … veramente "morte"?) e abitanti nelle più lontane terre del mondo…Parole parole parole, quelle che non bucavano più il suo foglio di carta bianco che rimaneva illibato non come una giovane vergine in attesa del suo primo bacio, ma come una rugosa zitella che non sperava più nemmeno in una carezza.Così Haima si chiuse in una stanza, senza suoni, senza luce … in cerca di se stessa.

Non la trovò più.

Fece molta fatica a togliere dalla sua mente le mille banalità e affanni della vita quotidiana. L'olio sintetico e un po' dozzinale che faceva funzionare i famosi ingranaggi, fatto di abitudini, meccanicismi di occupazioni concrete a cui aveva dato un'importanza eccessiva, microcosmi lavorativi in cui non era altro che un numero, appunto, intercambiabile, divertimenti che appagavano la sua corporeità ma non il suo spirito.

Ecco dove si era persa.

Ecco dove i più si perdono, dimentichi dell'umanità e della scintilla divina che si esprime nelle nostre unicità, del nostro essere diseguali da tutti. Omologati, allineati, abbruttiti nel seguire la corrente, nell'essere semplici addendi, cambiando il cui ordine nulla cambia.

Numeri, numeri.

Non c'è nulla di male nei numeri, basta tenerli a bada e non considerarli altro che numeri, severi giudici della nostra vita, delle nostre ricchezze. Onesti connettori dei segreti dell'universo, comode grandezze per mettere ordine nel mondo.Ma dall'ordine non nasce arte.

Dall'ordine deve distaccarsi necessariamente una particella maleducata, ribelle che crea la dissonanza, la varietà, in definitiva… la vita.

Haima respirò a fondo e, sola e al buio, si dimenticò delle occupazioni recenti, delle sue banali rivendicazioni da travet e tornò bambina, con la voglia di conoscere il mondo e di farsi domande su tutto quello che vedeva, di conoscere tutte le parole… ogni parola che imparava era un pezzo di mondo che conosceva e si teneva dentro… come tanti software inseriti man mano in un computer, anzi nel Computer Supremo che il grande Bill Gates del Creato ci ha fornito cadauno.Con la sua infanzia rifecero capolino emozioni e persone dimenticate, storie cancellate, sorrisi e pianti. Dolori forti, anche, che la sorpresero in un pianto dirotto.E poi amori passati, viaggi, tanti volti … la sua vita… in un viaggio breve ma intensissimo che la lasciò esausta e dolente.

Recherche … non era un caso che negli ultimi tempi leggesse come ossessionata la lunga opera di Proust. Ricerca del tempo perduto. Ricerca di sé.

Cercare, cercarsi e non trovarsi… Ritrovarsi. E promettere di non perdersi mai più.

Haima riaccese la luce e si guardò allo specchio.

Gli occhi scuri cerchiati dal pianto. Avvicinò il proprio viso allo specchio, sempre più vicino fino a sfiorarlo.Si scrutò così negli occhi con uno sguardo penetrante che non avrebbe rivolto nemmeno al grande amore della sua vita…Nella pupilla di solito un po' velata rivide riapparire una luce antica, che veniva da chissà dove… comunque da molto lontano. I due sguardi si congiunsero fulminanti.

Haima era tornata.


(GCP)

giovedì 26 agosto 2010

DUE ANNI FA... OGGI


‎26 agosto 2008 Per una finale di un concorso di scrittura ( Volo Rapido di Porsche Italia) si incontravano a Ravello, in una delle più belle località italiane, 23 persone provenienti da luoghi diversi e lontani tra loro, che non si erano mai viste prima, unite dalla passione per la scrittura. Tutti avevamo vinto delle "tappe" in 11 città diverse.
Il feeling? Immediato, come le amicizie che sono nate.
Dopo due anni... quante cose sono cambiate, quanti successi, quanta vita......... ma è bello pensare che siamo ancora in contatto e che ricordiamo quei due giorni come tra i più indimenticabili della nostra vita...

Eccoli/eccoci...

Emanuela Gravina
Maria Lucia Riccioli
Paola Ancarani
Giusy
Valentina Caselli
Pietro Chiappelloni
Alessandro Chiappetta
Francesco Danelli
Fabio Degano
Emiliano Dominici
Chiara Ferrari
Anna Indri Raselli
Gianluca Iovine
Alessandra Locatelli
Enrico Losso
Alessandro Morbidelli
Luisella Pacco
Frederic Pascali
Fabrizio Re Garbagnati
Francesca Schipa
Grazia Tarantino
Simone Togneri
Francesco Troccoli

domenica 15 agosto 2010

Pensieri e desideri

La nonna mi porta fortuna e mi segue sempre, lo so.
Mentre ero nel suo luogo natale ho visto una scia di un aereo... e ho pensato e ho sperato che una persona cara mi stesse pensando... spero che sia vero, mi farebbe piacere.
Eccolo il mio pensiero/desiderio. L'ho fotografato mentre lo "contraccambiavo".
Lo mando alle persone a cui voglio bene perché "vedano" anche loro i miei pensieri così che sappiano che le ho sempre nel cuore, anche da lontano. Ciao...



Dove vanno a finire i pensieri?
si dissolvono
senza fare rumore
e vivono in una realtà
parallela,
dove è tutto vero,
tutto possibile.

Creatori di mondi
ogni giorno, ogni istante
siano noi gli Dei,
fecondi e inconsapevoli
genitori dell’Universo.

(GCP)

Ciao cari amici...

( Daniela Quieti ed io all'Eremo di Santo Spirito)

( "Madre" Majella)


La Chiesa Madre di San Valentino e Damiano (di Vanvitelli, architetto di Trinità dei Monti) dove prese i voti mio zio Nicola



Carissimi amici,
le mie vacanze abruzzesi sono finite...con tanto rammarico.
Al momento dei saluti con Fiorella, la mia cara bellissima albergatrice, dallo sguardo marino blu e malinconico, mi è venuto da piangere.
Non mi capita spesso, anzi, forse è la prima volta.
Grazie a tutti coloro che mi hanno accolto a braccia aperte nella loro terra, dalle mie anziane ma vivacissime cugine, a Daniela e Gabriele, straordinari ospiti e miei "Virgilio" delle terre dei miei nonni.
Grazie di avermi portato a San Valentino in Abruzzo Citeriore, a casa della "nonna", ad Abbateggio, sulla Majella nello straordinario Eremo di Santo Spirito rifugio del Papa Eremita del Gran Rifiuto Celestino V.
Grazie a Fiorella, Rosalinda, Deanna, Katia e Orazio per l'ospitalità.
Grazie agli ortonesi che mi hanno riconosciuta per strada e mi hanno ringraziato per aver parlato della "nostra" cittadina. Vorrei fare di più per questa città martoriata dai bombardamenti e dall'incuria dello Stato e della politica...

E' poco, ma vi dedico questa poesia scritta nel mio primo viaggio abruzzese del 2005, dedicato proprio ad Ortona.


Vento d’Abruzzo

Vento d’Abruzzo,
vento natio,
brezza fresca
sferzante di freddo
anche nell’ora più calda

Eccomi, mi hai chiamato.
Ero lontana
e ora son qui.

Parlami con i sussurri
del sangue
di chi non ho mai conosciuto.

Portami le speranze
di chi si è immerso
con povere vele
in questo mare lucente.

Mostrami i baci e gli sguardi
impauriti
delle mie ave zitelle
dagli occhi brillanti
e poco casti,
il bianco e nero
delle loro vite
e delle loro fotografie.

Raccontami
i porti d’approdo
dello zio marinaio
bello e sfrontato
con le donne prosperose
a lui avvinte
e un po’ unte
dalla sua brillantina.

Regalami l’ironia pungente
e l’avventuroso fatalismo
della tua gente
martoriata dalle bombe
e dalla terra sassosa e ballerina.

Riportami per un attimo
la severa figura di mio nonno
e il suo sguardo onesto
e penetrante,
i suoi sogni di bambino
qui a guardare questo mare
e le sue valigie sempre
da fare.
A sfidare il mare.
E la guerra.

Sento la sua nostalgia
feroce come la nebbia
della mia
della sua
nuova terra
e la sento un po’ anche mia.
Perché atroce è la malinconia
di chi vive in luogo
senza radici.

O vento della mia sconosciuta patroa,
nato dalle montagne
della selvaggia Majella,
accarezza il mio volto
e le mie lacrime
di una vita lontana da te,
lontana dal mio vero
autentico sangue.

Sento un profumo nell’aria
E’ profumo di me,
della mia parte migliore
sempre pronta a partire,
sognare, esplorare
come i miei antichi paesani
che solcavano questo mare
per approdare in terre lontane.

Solo qui lo sento,
solo qui mi sento a casa.
Finalmente.

Anch’io di qui partirò
dopo essermi tanto arenata
e la vita navigherò
dissotterrando le ancore
troppo a lungo
fermate.

Vento d’Abruzzo,
portami lontano.
Ma che possa un dì ritornare.


(GCP)


Il Palazzo Farnese costruito da Margherita d'Austria



La spiaggia del Faro


Il Castello Aragonese di Ortona sulla Passeggiata Orientale

lunedì 9 agosto 2010

San Tommaso Apostolo - Promessa mantenuta



L'avevo promesso, testimone Gerry Scotti, durante la puntata del Milionario in cui ho avuto la "grazia" di vincere 70.000 euro su un quesito riguardante San Tommaso Apostolo, le cui spoglie mortali sono custodite nel Duomo di Ortona.
Oggi pomeriggio sono andata ad accendere la mia famosa candelina.
E' stato molto emozionante per me, per vari motivi che per una volta mantengo privati.
Però mi sento in dovere di pubblicizzare a mio modo, in questo piccolo spazio, questo importante ma non conosciutissimo centro di pellegrinaggio, dove si respira un'atmosfera di grande misticismo, legata poi ad uno degli apostoli "più simpatici" ed umani.
Quello che non credeva, quello che voleva toccare con mano.
La storia della traslazione delle spoglie dall'India, dov'è morto ( questa era la risposta che ho dato e per cui sarò debitrice per tutta la vita a San Tommaso) all'isola di Chio e poi ad Ortona è lunga... ma invito tutti coloro che amano questo tipo di pellegrinaggi a venire qui.
E' una bella emozione.

Intermezzo letterario

Tra le bellissime giornate passate qui in Abruzzo non posso non ricordare quelle che ho trascorso in compagnia della cara amica, nonché poetessa e scrittrice Daniela Quieti a Pescara.
Grazie a lei ho visitato la casa natale di D'Annunzio, il Vate...
Un personaggio controverso che però esercita su di me un grande fascino. Nel bene o nel male non può di certo lasciare indifferenti e sul suo genio non credo ci siano dubbi.

Il 4 agosto poi ho assistito ad una bellissima presentazione poetica della casa editrice Tracce. Presenti oltre a Daniela Quieti che ha proposto con la consueta straordinaria grazia la sua toccante raccolta poetica "Uno squarcio di sogno", l'infaticabile direttrice di Tracce Nicoletta Di Gregorio con l'affascinante "il respiro dell'ametista" e la bella e brava Bibiana La Rovere con "Cuore Cavato"


Nei prossimi giorni aggiungerò altre foto e informazioni in questi post abruzzesi, ma per il momento vorrei ancora ringraziare Daniela e il suo splendido marito Gabriele per la loro amicizia, la loro signorilità di altri tempi e la loro modernissima simpatia. Vi adoro!! Smack!

Vacanze abruzzesi

Ciao amici!
Ho scoperto di poter usufruire di una connessione internet e allora eccomi qui a colloquiare con voi nello spazio cibernetico.
Mi trovo a Lido Riccio di Ortona a Mare, la città di mio nonno Giuseppe.
Sono qui da una settimana che è stata rilassante ma piena di piacevolissimi eventi.
E' per me una grande emozione essere qui nella terra dei miei avi.
Non me ne vogliano i miei carissimi amici piacentini... ma sento molto queste radici, le sento nel mio essere più viscerale e questa terra ce l'ho nella parte più vera del mio cuore.

Ortona è una città dalla storia molto tormentata. Durante la seconda guerra mondiale è stata, assieme a Cassino ( altra mia "patria", quella dei miei bisnonni Cafari Panico), la città più martoriata dalla guerra, tanto da essere chiamata, anche all'estero, la piccola Stalingrado. Ci sono cimiteri di soldati di diverse nazionalità, soprattutto canadesi.

E pensare che era bellissima ed aveva avuto un epoca d'oro ai tempi di Margherita d'Austria, Duchessa Farnese di Parma e Piacenza, che è morta qui, ma sepolta nella mia città, a Piacenza.


Che strano gemellaggio, vero? Ortona e Piacenza.
La città di mio nonno e la mia.

Poi Ortona è famosa per tanto altro.
Il Re Vittorio Emanuele ha lasciato l'Italia ( qui dicono "è scappato" ) partendo proprio da qui all'indomani dell' 8 settembre 1943.
Poi è la città della grande famiglia dei pittori Cascella, di Maurizio Costanzo (quasi nessuno lo sa), di Rocco Siffredi ;-)), di Tosti e della madre di D'Annunzio.

Ma soprattutto è la città di San Tommaso apostolo. E vi rimando al prossimo post...

domenica 1 agosto 2010

Racconto sul quotidiano Libertà - IL PATTO

Oggi 1 agosto su Libertà il mio racconto estivo dal titolo "IL PATTO"
Lo riporto qui di seguito. Buona lettura ( se volete )

IL PATTO

La schiuma si stava ritirando lentamente.
Un nero intenso aveva sommerso il tenue color caramello del liquido appena versato.
«Adesso si può bere» Stefano avvicinò il boccale a Giacomo che ne afferrò con fatica l’impugnatura per gustare la sua birra preferita, quella scura.
«Salute!» Stefano ne trangugiò una buona metà in un solo sorso, mentre l’altro lo guardava con amarezza.
«Scusi» due ragazze urtarono inavvertitamente la sedia a rotelle di Giacomo per raggiungere la cassa del pub, facendo rovesciare un po’ di birra sulla polo dell’uomo.
«L’hanno fatto apposta per attirare la tua attenzione» sorrise Stefano.
«Ovviamente.» L’amico si era alzato per aiutare Giacomo a pulire la maglia, ma quest’ultimo con un gesto brusco l’aveva allontanato.
Un silenzio imbarazzato si frappose tra i due.
«E stavolta dove vuoi che vada?» chiese Stefano, preoccupato, guardando nel fondo del boccale ormai vuoto.
Il suo interlocutore lo guardò fisso negli occhi, pensoso.
Tutto era iniziato quel famoso 23 maggio di dieci anni prima, sulla Via Emilia, tra Piacenza e Codogno, di ritorno da un locale. Una questione di precedenze, nel buio di una notte in cui tutti avevano bevuto. Era il compleanno di Giacomo. «Guido io. Oggi è la tua festa.» Stefano aveva spostato Giacomo dal posto di guida e aveva messo in moto la macchina. Dopo pochi chilometri la piccola Rover si era schiantata contro il guard rail riducendosi in un ammasso informe di lamiere.
Nella sala d’aspetto dell’ospedale, un medico aveva espresso subito il suo verdetto sulle condizioni di Giacomo: «Se la caverà, ma non so in che modo» mentre Stefano, che aveva riportato solo una piccola escoriazione sul viso, urlava tutta la sua disperazione.
Nel pub una band aveva cominciato a suonare, mentre Stefano aspettava con angoscia la risposta alla sua domanda.
«Ti è piaciuto il Mar Morto, no?» gli chiese Giacomo con finta indifferenza.
«Sì…» Stefano invece sembrava sui carboni ardenti.
Ricordava quando era tornato da quel viaggio, stremato. Con un carico di taniche di acqua salata su quel piccolo camion che aveva noleggiato in Giordania, dato che in aereo ne era vietato il trasporto. Gli tornava alla mente la strana cerimonia con cui aveva dovuto riempire la vasca di Giacomo con quell’acqua tanto preziosa. E tutto questo solo per fargli provare la sensazione del galleggiamento.
Per non parlare poi di quando l’aveva mandato in tutti i bordelli di Bangkok con un piccolo registratore, per fargli sentire tutti i suoni dei luoghi più infernali del mondo.
Giacomo, avidamente, ascoltava tutti i particolari più eccitanti di tutto quello che l’amico aveva visto.
«Sì, lei usava un serpente per lo spettacolo.»
«Vivo?»
«Sì, vivo»
Tre anni prima era stato a Dubai, sul Burj Khalifa, il grattacielo più alto del mondo, proprio lui che soffriva paurosamente di vertigini.
«Cosa hai provato?» gli aveva chiesto Giacomo
«Sentivo come se lo stomaco si fosse staccato dal resto del corpo. Tutto mi girava vorticosamente attorno e gli altri grattacieli sembravano piegarsi a terra»
«E le persone, le macchine?»
«Non le vedevo nemmeno, oppure erano solo puntini appena colorati»
Sentendosi in colpa, Stefano non aveva avuto il coraggio di andarlo a trovare nel centro di riabilitazione per diversi mesi. Giacomo non gli aveva chiesto nessun risarcimento per il danno subito e questo aumentava il suo malessere interiore. L’assicurazione aveva provveduto a tutte le spese per le cure. Ma Stefano avrebbe preferito pagare pur di dormire finalmente in pace, come non era più riuscito a fare.
Quando lo vide per la prima volta dopo l’incidente, Giacomo era solo un mucchio di ossa raggomitolate in un letto, il volto deformato in una smorfia senza fine.
«Come…» non riusciva nemmeno a parlargli.
«Come sto?» per la prima volta aveva udito quella voce nuova, dal suono metallico, che d’allora in avanti gli avrebbe parlato solo con tono di comando.
Stefano si mordeva le labbra per non mettersi ancora a piangere, mentre le infermiere trasferivano l’invalido dal letto alla poltrona:
«Sapessi come mi dispiace!» si prese la testa tra le mani.
Fuori c’era Donatella che lo aspettava. La sua ragazza. Era stata lei a dargli la forza di andarlo a trovare.
«C’è anche Donatella?» aveva chiesto Giacomo. Da ragazzi anche a Giacomo piaceva Donatella, Stefano l’aveva sempre sospettato. Ma quando si erano messi insieme Giacomo non aveva battuto ciglio. Erano grandi amici e esisteva sempre tra di loro un patto segreto di non interferenza, in fatto di donne.
E pensare che Giacomo era sempre stato il più bello dei due. Le donne gli cadevano ai piedi come le mosche. Ne cambiava una ogni due o tre mesi. Era un po’ un maledetto, non si capiva mai cosa pensasse veramente, il che piaceva a tutte tranne che a Donatella.
Stefano invece era quello schivo, il solitario, né bello né brutto. Quello serio di cui ci si poteva sempre fidare.
«Anche stavolta non mi deludere» questa frase riportò Stefano nel presente. La frase magica con cui Giacomo riusciva sempre ad ottenere da Stefano tutto quello che voleva, quella che scatenava in lui i sensi di colpa che non l’avevano mai abbandonato.
«Non lo farei mai» e mentre l’ultimo goccio di birra scivolava nel suo esofago, l’uomo si preparava con apprensione ad ascoltare l’ennesima sconcertante richiesta.
Guardandolo negli occhi, Giacomo gli disse con noncuranza: «Voglio pubblicare un libro ambientato in Sudan»
Negli anni di infermità, grazie ad un apposito programma di audioscrittura, aveva riscosso un enorme successo con una serie di romanzi d’avventura a sfondo esotico. I giornali lo avevano definito il nuovo Salgari: “come l’autore di Sandokan anche Giacomo Spaziani, senza essersi mai mosso da casa, descrive con straordinaria maestria luoghi mai visti”.
«Proprio in Sudan?! Uno dei luoghi sconsigliati da tutte le agenzie di viaggi del mondo! C’è la guerra civile.» A Stefano cominciò ad imperlarsi la fronte di sudore freddo.
Nessuno era a conoscenza che tutte le sue storie di Giacomo gli erano state raccontate dall’amico, che ne era stato testimone, come quella dell’incantatore di serpenti innamorato dell’attrice di Bollywood o quella dell’elicotterista cocainomane che lo aveva fatto precipitare nella foresta amazzonica. Per fortuna senza gravi conseguenze. Se i suoi lettori lo avessero saputo! Ma questo, purtroppo, era stato il loro Patto.
Stefano si alzò in piedi esasperato: «Ascoltami Giacomo. Sono dieci anni che ti accontento, che faccio tutto quello che vuoi… però ora sono stanco e ti prego di lasciarmi finalmente libero. Non posso continuare cosi: vorrei sposarmi con Donatella, mettere su famiglia. Non posso più correre questi rischi per te.»
Giacomo scosse appena il capo, gli occhi persi in uno spazio lontano.
“Te lo ripeto. Non mi deludere.” E con il comando vocale allontanò la carrozzina dal tavolo.
“Portami a casa. Domani ti farò avere il biglietto aereo, i soldi, le mappe e tutte le tappe che ti ho organizzato via internet. Dormirai in tenda stavolta.”
Mentre appoggiava l’amico sul sedile anteriore della sua auto, Stefano sentì dentro di sé un impulso irrefrenabile di liberarsi definitivamente di lui, per togliersi da quel giogo.
Avrebbe voluto ucciderlo. Sarebbe bastato scaraventarlo fuori dalla macchina in corsa. Scacciò questo pensiero, di cui si vergognò subito e pensò che sarebbe stato sufficiente infrangere finalmente il Patto. Nessuno lo aveva mai obbligato. A parte il senso di colpa che lo opprimeva.
«Non ti ho chiesto neanche un soldo, né lo farò mai» gli aveva detto all’epoca Giacomo, nel centro di riabilitazione, «Voglio solo che per quindici giorni all’anno tu faccia tutto quello che voglio.».
Parlava come in trance e senza tradire nessuna emozione. Era diventato arido e insensibile. Le uniche emozioni le trasferiva sui suoi libri. Che erano quelle di Stefano, non le sue.
«Stavolta non vado» disse a mezza voce il guidatore. Giacomo, seppure a fatica, con una mano spostò bruscamente il volante facendo sbandare paurosamente la macchina.
«Ma sei matto? » Stefano fermò il mezzo in una piazzola, ansimando.
«Come quella notte…Ti ricordi vero di quella notte…» la voce metallica di Giacomo ripeteva cantilenando queste pesantissime parole.
«Basta, basta!» Stefano, urlando per l’esasperazione, rimise in moto e ricondusse Giacomo a casa. Un infermiere lo attendeva sulla porta per aiutarlo.
«Ma è l’ultima volta!» gli urlò dal finestrino, mentre Giacomo non si voltava nemmeno per salutarlo.
Dieci giorni dopo.
Quando la guida araba entrò nella tenda, Stefano stava esaurendo il contenuto dell’ultima borraccia d’acqua potabile.
«A cinque chilometri da qui c’è un’epidemia di Ebola» scriveva Stefano a Giacomo utilizzando il suo pc portatile connesso ad internet con una chiavetta. «Come mi avevi ordinato non sono in contatto con nessuno che non sia del luogo. L’unico che parla inglese è Muhammad, la guida. Siamo circondati dai guerriglieri. Non so per quanto tempo riuscirò a comunicare. L’acqua si sta esaurendo. Mai come stavolta hai messo la mia vita in pericolo. E per cosa poi? Non posso vivere al tuo posto! Nessuno può farlo! Se mi succedesse qualcosa, racconta tutto a Donatella e dille che l’amo. Non le ho mai detto del nostro Patto: non volevo coinvolgerla. Lei crede che sia a fare il mio solito master aziendale in Inghilterra. Sta entrando qualcuno…Aiuto! Chiama il Ministero degli Esteri. Chiama qualcuno. Subito!»
«Cosa stai leggendo?» Donatella si avvicinò a Giacomo chino sul computer portatile che riusciva a comandare con un movimento dell’occhio.
«Niente» rispose «Sto correggendo le ultime battute del mio nuovo libro» e, con un velocissimo copia e incolla, estrapolò qualche frase dalla mail, nascondendo il nome del mittente.
«Siamo circondati dai guerriglieri…» lesse Donatella. «E’ fantastico come tu riesca sempre a rendere queste immagini e queste atmosfere senza averle vissute in prima persona. Ma come fai? »
Giacomo volse il volto deformato verso di lei. «Fantasia», rispose, con voce un po’ metallica.
«Me lo diceva sempre Stefano che a scuola eri molto bravo, che le insegnanti delle altre classi volevano leggere i tuoi temi»
«Troppo buono, Stefano. A proposito, dov’è?» Giacomo spense il computer con un battito di ciglia.
«In Inghilterra, al suo solito master. Prima di partire mi ha raccomandato di venirti a trovare almeno una volta alla settimana, come fa sempre lui. Sai quanto ci tiene a te.» Donatella gli mise una mano sulla spalla. «D’altronde non ha bisogno di dirmelo. Se non ci fosse lui ci sarei sempre io a prendermi cura di te.»
Da un angolo della bocca di Giacomo partì un sorriso luciferino.
«Scusa un attimo» le disse mentre con un altro comando si spostava in un’altra sala.
Riaccese il computer dove comparve una scritta disperata: «Aiutami Giacomo! Rispondimi. Sento esplodere bombe, stanno per venirci a prendere. Ho paura! NON MI DELUDERE. »
Con il comando dell’occhio iniziò a digitare la mail:«No, che non ti deludo. Avevi espresso il desiderio che questo fosse il tuo ultimo viaggio no? E io ti esaudisco. Fino in fondo rispetto il nostro Patto»
“Sento esplodere bombe, stanno per venirci a prendere. Ho paura! Non mi deludere! FINE”
«Bellissimo finale!» esclamò ammirata Donatella riempiendogli il boccale di birra scura.
«Salute!» brindò Giacomo.


Giusy Càfari Panìco



venerdì 30 luglio 2010

Il mio Abruzzo...

Alla ricerca delle mie radici sto per tornare nell'Abruzzo dei miei nonni.
Ad accendere una candela davanti alla tomba di San Tommaso Apostolo ad Ortona, come ho promesso al "Milionario". E a mio nonno Giuseppe.
A cantare ancora Vola vola vola... come facevo con la mia avventurosa nonna Ada.
La stessa che sto cercando di riavvicinare a me con la scrittura...
Grazie di cuore alla persona a me molto cara che li sta conoscendo entrambi attraverso le mie parole.

Questa è la versione moderna di Vola Vola Vola, l'inno dell'Abruzzo, composto ad Ortona negli anni 20, cantato da Francesco De Gregori, che ha, come me, lontane origini sannite.

domenica 25 luglio 2010

Volatori Rapidi sul quotidiano Libertà


Da oggi 24 luglio e per tutto il mese di Agosto a cadenza bisettimanale il quotidiano Libertà di Piacenza, per la terza estate consecutiva, pubblicherà una serie di racconti inediti dei Volatori Rapidi.
Quest'anno il tema è "Viaggio in Libertà".
Ad aprire le danze il racconto "Warren Biker" del mio caro amico Federico Puorro, il nostro "Volattore" (oltre a scrivere è anche attore comico :ha partecipato a trasmissioni televisive su Canale 5, al laboratorio Zelig 2010 a Piacenza e si esibisce in spettacoli per adulti e bambini anche in qualità di clown ed recita - in veste anche drammatica - in commedie e pièce teatrali in lingua e dialetto)

Seguiranno gli altri Volatori e Volatrici, compresa la sottoscritta.

I Volatori sono tornati!!!

Leggeteci ( se volete, eh?).

lunedì 19 luglio 2010

lunedì 12 luglio 2010

Mark Knopfler - Lucca- 10 luglio 2010



Finalmente sono riuscita a vedere Mark Knopfler dal vivo! E' il mio idolo fin da quando ero ragazzina. Fin da quando era nei Dire Straits. Le sue canzoni mi hanno accompagnato nei momenti tristi e anche in quelli felici della mia vita. Ogni nota, ogni straordinario tocco della sua chitarra mi ricorda qualcosa di importante. Riporto qui un brano ispirato ad una sua famosa canzone "So far away" con cui ho vinto una maratona di scrittura e che mi ha portato alla finale nazionale di Ravello del concorso Volo Rapido 2008. Così oltre ai miei volatori piacentini, compagni di penna e di vita, ho potuto conoscere quelli che sarebbero diventati oltre che colleghi aspiranti scrittori anche grandi amici: Emy, Anna, Luisella, Simone, Francesco, Fabrizio, Gianluca, Enrico... solo per citarne alcuni. Da ragazzina scrivevo per la fanzine "Solid Rock" e per i "knopfleriani". Molti si chiedono cosa ci trovi in quest'uomo non giovanissimo e nemmeno bello, molto schivo, fuori dallo star system e dai suoi scandali. Io rispondo così: l'anima. Quella che io avverto nelle sue canzoni e nella sua musica. In quel tocco che io riconosco immediatamente tra mille.

Avere un idolo è come vivere una grande storia d'amore, in fondo, no? E poi ho avuto occasione di visitare una bellissima città come Lucca, dove si teneva il concerto e incontrare persone...stupende, che saluto con immenso affetto.


"So far away from me” ( Volo Rapido 2008)

L’alba. L’ora del giorno che più mi piace, che più mi si addice.
Come il suo colore.
Che è quello del tempo, dell’indefinito, del blu che va a passeggio tra le nuvole rosse.
E’ come una nota musicale, una corda di violino tesa in un accordo diverso dal carattere gioioso di un Do o di un Fa, o giovane e squillante di un Sol. E’ un Si minore, una sfumatura di malinconia persa in un sorriso.
Forse la malinconia di Dio.
E’ in quest’ora che ritrovo me stessa e il mio corpo
L ’ultravioletto penetra le mie carni senza bruciarle. E io corro, corro libera.
Le mie gambe dapprima sembrano incollate al terreno, contratte dalla fatica, poi improvvisamente volano… e decollano nel cielo assieme alla mia mente.
<< So far away from me…>> canta Mark Knopfler dei Dire Straits nel mio i-pod, e io penso sempre a te in questo punto del parco, a te che sei lontano.
E corro sempre più forte, pensando di inseguirti e di raggiungerti, finalmente.
Ma ieri sera mi hai mandato quel messaggio.
Mia madre mi ha tenuto stretta tra le braccia tutta la notte e mi ha lasciato piangere.
Non volevo nemmeno andare a lavorare, ma invece sono venuta persino a correre.
Stavolta a correre lontano da te.
Non è giusto però scappare. Mai.
E così eccomi seduta su questa panchina.
Come nel Truman Show sfilano tutti i miei compagni di strada: cani, atleti, vecchi patetici con le loro tute colorate, donne vagamente anoressiche, donne evidentemente bulimiche. Sembra che tutti rincorrano qualcuno o scappino da qualcosa.
La forma fisica è solo un pretesto.
E queste nuvole…
Scorrono sopra la mia testa, la stessa testa che fino a ieri aveva in mente solo te.
C’è la solita coppia di fidanzatini. Splendono come pianeti benevoli di un oroscopo fortunato.
Tutti al loro passaggio riflettono il loro amore, come satelliti invidiosi.
E anch’io oggi sono una luna acida e stizzita.
Ma ecco, il colore del cielo sta cambiando. Gli uccelli spaventati emettono suoni striduli.
Il grigio cupo minaccia pioggia, e il silenzio cala sulla coppia.
Eccoli ora i due, immobili e ostili.
Non è piovuto, e sono ancora qui, sulla panchina.
Tra pochi minuti devo tornare al mio lavoro, quel lavoro per cui siamo così lontani, uomo della mia vita.
I due ragazzi ora si stanno baciando: non si sono lasciati, anzi orbitano l’uno intorno all’altra come stelle gemelle.
Il mutare repentino del tempo e dei loro sentimenti però ha commosso nel profondo il mio spirito. E mi fa sperare.
Forse tornerai.
Forse potrò tornare a correre e a inseguirti “…. So far away from me”.
(GCP)