domenica 14 febbraio 2010

L'attimo fuggente e il postino







Nei giorni scorsi ho presentato in biblioteca, nell'ambito delle conferenze sul cinema il tema "Emozioni poetiche al cinema: l'Attimo Fuggente e il postino".

"Scrivere poesie per me è come fare l'amore" ho spiegato a chi era presente.
Ed è vero. Non c'è nessun filtro, nessun freno, nessuna limitazione...nessun ragionamento.

Quello che scrivo è assolutamente reale, sentito. Nel bene e nel male.
Questa per me è la poesia.
Questo è il motivo per cui quando sono più chiusa nei miei schematismi, nei comportamenti "politicamente corretti" o nello sforzo di non lasciar trapelare troppo di me per non danneggiare o ferire gli altri, o semplicemente perché il vivere a volte ci obbliga ad indossare maschere... ecco, non riesco più a scrivere nulla.

Ecco alcune citazioni tratte dai due film, che per me sono molto importanti, fondamentali, che secondo me spiegano perché la poesia è tanto importante per se stessi e per gli altri.

Oh me, oh vita!
Domande come queste mi perseguitano,
infiniti cortei d'infedeli,
città gremite di stolti,
che vi è di nuovo in tutto questo,
oh me, oh vita!

Risposta

Che tu sei qui,
che la vita esiste e l'identità.
Che il potente spettacolo continui,
e che tu puoi contribuire con un verso.
Quale sarà il tuo verso!

(John Keating recita Walt Withman)

Andai nei boschi perché volevo vivere con saggezza e in profondità, succhiando tutto il midollo della vita. Per sbaragliare tutto ciò che non era vita e per non scoprire in punto di morte che non ero vissuto.

(Henry David Thurau letto dalla setta dei poeti estinti)

Non leggiamo e scriviamo poesie perché è carino. Noi Leggiamo e scriviamo poesie perché siamo membri della razza umana. E la razza umana è piena di passione. Medicina, legge, economia ingegneria sono nobili professioni, necessarie al nostro sostentamento. Ma la poesia, la bellezza, il romanticismo, l'amore, sono queste le cose che ci tengono in vita.
( lezione di John Keating )


Quando la spieghi la poesia diventa banale, meglio di ogni spiegazione è l'esperienza diretta delle emozioni che può svelare a un animo predisposto a comprenderla.

(Pablo Neruda)

La poesia non è di chi la scrive, ma di chi se ne serve.

(Mario)

« Numero uno: onde alla cala di sotto..Piccole. Numero due: onde grandi. Numero tre: vento della scogliera. Numero quattro: vento dei cespugli. Numero cinque: reti tristi di mio padre. Numero sei: campane dell'Addolorata, con prete. Numero sette: cielo stellato dell'isola. Bello però, non me n'ero mai accorto che era così bello. Numero otto..cuore di Pablito. »

(Mario Ruoppolo registra i suoni dell'isola per Pablo Neruda)

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