mercoledì 24 marzo 2010

SUL BLOG DI CLAUDIO ARZANI

Grazie a Claudio Arzani, poeta, scrittore e giornalista fiorenzuolano, di grande sensibilità per avermi ospitato sul suo bellissimo blog con questa mia poesia, scritta l'altro ieri in uno strano momento della mia anima...



MULIER


Chi sei anima mia,
nascosta in questo corpo
di donna?
Ho sempre pensato
Che le mie idee
Non avessero sesso,
Ma non era vero.


Sul mio cuore c’è un seno
Rifugio di un bimbo,
Promessa d’amore.
Come un cuore raddoppiato,
Esposto agli occhi di tutti.
Eppure
è'questo il mio segreto.


Sono il ventre del mondo,
sono una casa,
rifugio perenne
di desideri smarriti
pronta risposta
di mute domande.


Avvolgo come un manto
Chi ha freddo
E riscaldo.
Chi cerca da sempre
Il calore e la vita.


Chi sei anima mia?


Se l’uomo è la guerra
Io sono la pace
Se l’uomo è la sete
Io sono la pioggia
Se l’uomo è la fame
Io sono il pane.


GCP

http://arzaniclaudio.splinder.com/post/22449994/“MULIER”,%20lirica%20di%20Giusy%20

sabato 20 marzo 2010

RACCONTO SU TERRE VERDIANE



Questo mese potete trovare su Terre Verdiane, il bimensile di cultura turismo e territorio il racconto scritto a tre mani da me e dalle mie care amiche Volatrici Chiara Ferrari ed Elisabetta Paraboschi.
E’ stato davvero un piacere condividere questa esperienza con loro.
Ci siamo subito trovate in perfetta sintonia, quasi fossimo una mente ed una penna sola
Eccovelo.

S’intitola Dolce a Sopresa!!

IL CUOCO

Li ho visti dalla porta della cucina che si apriva quando è entrato il cameriere con le ultime comande. Erano laggiù, proprio davanti guardando dritto. Dai piatti dei primi che tornavano dalla sala avevo già capito che dovevano essere loro, una coppia, quelli del tavolo tre. Lei era quella che aveva ordinato gnocchetti di zucca e tartufo e li aveva lasciati a metà, lui aveva divorato i ravioli di ricotta ed erbette al burro nocciola. Per i secondi stessa storia, antipasti niente. Adesso chiedevano un dolce a sorpresa, non in menù. L’ha deciso la signora, dice il cameriere. Porzione per due. «Sono sicura che mi farà contenta, questo cuoco» mi ripete facendole eco. Vuole che le prepari un dessert speciale per concludere la cena. Terminare la serata e chiudere il conto con il suo uomo, forse. Che non la ama. O invece: una scusa, l’occasione per prendere tempo, gustarsi tutto fino all’ultimo cucchiaio e non chiudere proprio niente, anzi prolungare.
Prendo dell’ananas succoso, lo taglio a cubetti che sembrano zaffiri, lo infiammo col rum e lo impiatto su un Ginori bordato d’oro. Ci verso zabaione caldo. Poi gelato alla vaniglia, scaglie di cioccolato fondente extra e salsa di fragola. Così, in bocca, il dolce si mescola all’amaro e il liquido al croccante per stuzzicare la lingua. In gola, freddo e caldissimo insieme. Nero, rosso e oro: giochi di luce per gli occhi, che rideranno. Mando fuori con una bottiglia di Sauternes. Per la signora, più che per lui. E aspetto.

LUI
La fretta non mi sta permettendo di gustare nulla. I sapori devono indugiare sulle papille gustative per qualche secondo per permettere al piacere di arrivare al cervello.
Sto contravvenendo ai principi base che ho insegnato a Michela quando ho deciso di introdurla nel mio mondo edonistico e raffinato.
“Questa è alta cucina, ovvero Arte, Cultura. Non trangugiare, non dare nulla per scontato. Annusa e assapora.” È così che l’ho plasmata, trasformandola in una donna di classe.
Guardala, come ruota quel vino francese nel calice, come sistema con eleganza il solito ciuffo sfuggito allo chignon: ormai il mio compito da pigmalione è finito.
Lo sai, vero, che ti voglio molto bene?
Questo dolce all’ananas mi ricorda la prima volta che l’ho portata a cena.
Aveva portato un cubetto alle labbra con le dita, in un gesto voluttuoso che non era contemplato dal galateo, ma portava in sé grazia e spregiudicatezza. Ecco la donna per me, avevo pensato.
Ora però la situazione è cambiata. La mia vita è troppo complicata per includere “noi due”.
I miei pensieri si stanno sciogliendo nell’abbraccio caldo del cioccolato e negli occhi di lei, dello stesso pastoso colore. Non posso permettermi di annegare nella loro dolce arrendevolezza, come ho fatto tante volte.
Inseguo con il cucchiaio da dessert l’ultimo rivolo di fragola. Non riesco a non fissarle la bocca rosea, immaginando di posarvi la mia per l’ultima volta. Decido di interrompere il silenzio “Lo sai, vero…” ma lei mi previene.

LEI“Ho deciso di lasciarti” gli dico in un soffio. In bocca ho ancora il sapore fresco e zuccherino della fragola: “ho deciso di lasciarti” ripeto più decisa, finendo l’ultimo sorso di Sauternes. Quanto mi è costato dirglielo. Anche se ora sembra che non m’importi nulla, che tutta la mia attenzione sia così straordinariamente focalizzata a gustare l’ultima ebbrezza del vino. Questo discorso me lo sono ripetuto decine di volte nella testa, in silenzio per strada: il pigmalione mi ha stancato. E anche la sua classe, i suoi modi educati, “charmant” come gli piace definirli, la sua eleganza da uomo d’altri tempi. Anche io sono diventata una donna d’altri tempi: abito lungo, pelliccia, chignon perché a lui piacevo così. E a me? Forse no. A me piace la freschezza delle fragole; e lui non se ne è mai accorto. Mi piace il calore del cioccolato; e a lui non importa. Non è come Giorgio, lui.
Mi alzo. Lui non dice niente, non tenta di fermarmi. Mi dirigo rapida verso il guardaroba, prendo la pelliccia ed esco: fuori fa freddo, mi accendo una sigaretta, è da un pezzo che non fumo.
Guardo verso la porta del retro del ristorante, quella della cucina: si apre.
“Che gli hai detto?”.
“Prova a indovinare”.
Mi avvicino con lo sguardo più malizioso che mi viene in quel momento: gli prendo la mano nascosta sotto il grembiule da cuoco. Dentro c’è una fragola. L’addento, un rivolo di succo rosso mi scende dal labbro: mi avvicino ancora, sempre di più, posso sentire il suo respiro. Quello di Giorgio.

Chiara Ferrari insegna Storia del prezzemolo, Giusy Cafari Panico scrive poesie all’aglio, olio e peperoncino, Elisabetta Paraboschi è specializzata in Filologia del cioccolato.

http://www.terreverdianenews.info/visualizza_art.php?id=624

ADESSO PARLIAMO NOI


Sabato 13 marzo si è tenuta nella sede della Famiglia Piasinteina alle ore 21 la serata “Adesso parliamo noi”, un recital di poesie al femminile in occasione dei festeggiamenti per la Giornata della Donna.
Ha presentato la serata Valeria Costa, nota animatrice di eventi culturali piacentini con letture dell’attrice Francesca Chiapponi e con l’intervento al sax del giovane talento Mattia Cigolini, collaboratore di musicisti di livello internazionale quali Tullio de Piscopo e Mina.
Assieme a Valeria ho scelto i testi da proporre al pubblico, che spaziavano da Saffo ad Alda Merini, passando da Elisabeth Barrett Browning ( la mia poetessa-feticcio;-)) e da tante autrici, anche di paesi lontani, le cui opere sono state lette in ordine cronologico.
Particolare il riferimento a Sulpicia, unica voce del mondo romano, sulla cui esistenza fino a poco tempo fa si nutrivano addirittura seri dubbi, ma che oggi unanimente si ritiene fosse la nipote di Messala, il famoso mecenate romano, ospite del famoso omonimo circolo di poeti ed intellettuali romani tra cui spiccavano Tibullo ed Ovidio.
Eccovi una sua elegia tra quelle dedicate al suo sventurato amore per lo schiavo Cerinto, più giovane di lei e di condizione sociale più bassa, che ci fanno pensare a lei come ad una simpatica e spregiudicata femminista d'antan.

Ci tieni davvero, Cerinto,
alla tua ragazza, ché la febbre
la tormenta nel suo corpo malato?
E anch'io vorrei vincere questo male oscuro
se sapessi che anche tu lo voglia.
A che gioverebbe vincere il male,
se tu con cuore indifferente
puoi sopportare che io soffra?

Sono state poi lette alcune mie poesie: "Impara ad amarmi" "Ti aspetto sulla luna" e "Gli occhi del mio uomo".
Ringrazio a questo proposito Francesca Chiapponi, attrice sensibilissima, che le ha recitate in modo talmente commovente da farmi piangere. Mai nessuno le aveva interpretate così, anima e corpo, mi verrebbe da osservare.
Tra noi si è creata subito, attraverso questi versi e soprattutto tramite "L'amore è un leone che si muove spavaldo, non un coniglio spaventato che fugge al primo sparo", una grande intesa emotiva che spero si possa tradurre in altre collaborazioni.
Un altra lettura bellissima è stata quella delle poesie di Doriana Riva, la mia grande amica e compagna di volo, che ha proposto "Se fosse stato amore..." e "Amami adesso", di grande impatto emotivo.
Non potevano mancare tre voci maschili: Omero nel "Pianto di Andromaca", Dante in "Paolo e Francesca" e il piacentino Valente Faustini.

Un grazie particolare a Valeria Costa, che per me è stata come la fatina bionda di Cenerentola. Prima della serata mi ha reso più bella con un colpo di bacchetta magica, e non dico di più.
Valeria ha ideato questa serata e l'ha presentata con la grazie e la signorilità che sempre la contraddistingue.

E, per finire, grazie a tutti quanti sono intervenuti e al razdur Danilo Anelli a cui ho avuto il piacere di far avere il mio famoso libricino di poesie che tanto mi ha portato fortuna.