venerdì 14 settembre 2012

Ritornare

autunno e voglia di tornare... almeno con la fantasia




Ritorno alle radici (GCP)


Perché in montagna
Le curve si chiamano tornanti?
Come me risalgono al passato,
infilandosi nell’ombra fitta
dei castagni bruschi e saggi.

Ogni svolta un diverso mondo
Pochi i rettilinei per arrivare
In cima, nell’antico paese
Nella terra amata da mio padre.
Quanti pianti di bambina
Nel salire e allontanarmi
Dai miei familiari giardini
Protetti dalle case e dal cemento.
Inconfondibile bambina di città,
Porcellana bianca fragile
E timida nelle movenze
Invidiavo le caprette snelle
Che bruciavano salite e pendìi
Mentre io misuravo pavida
I miei piccoli passi cadenzati
Tremando per non cadere,
dimentica del sangue
della nonna che correva a piedi
 nudi  tra i faggeti.

Ora torno estranea come mai,
senza padre a ricordarmi la strada,
gli anni mi hanno fatto amare
come spesso accade
quello che prima possedevo
senza mai apprezzare.
Sgorga ancora l’acqua fredda
E  tagliente dalle bocche
Muschiose nel paese.
La chiesa e il campanile
Rimpiccioliti in una lente
Alla rovescia suonano il tempo
Lo stesso tempo della mia memoria.
Il torrente sbatte le antiche pietre
Con la stessa forza maschia
Che quasi mi faceva arretrare
E rendere femmina  pudica.

Finalmente sono tornata,
e con te che sai di buono,
di foglie e di legname,
di vino, terra e  sudore.
Le labbra come ribes stanche
Bevono dalle tue che san d’amore.


Piazza di Civago (RE) di GCP a 10 anni

Worldbook - Rassegna internazionale dell'Editoria a Cattolica

a


mercoledì 12 settembre 2012

Ricomincio...dal Biffulus (domenica 16 settembre)

Carissimi giusynauti,
dopo un periodo un po' difficile, di luna di notte...da dove posso ricominciare?
Ma è chiaro: da un luogo magico, speciale..

Scrivevo anni fa, in modo ingenuo e un po' sgangherato ;), ma spontaneo:

"Il Biffulus è più di un ristorante. E’ un posto strano dove sono stata solo di notte. 
L’esterno è sempre stato circondato dalla nebbia, non ricordo nemmeno l’insegna.
 Forse si entra da un piccolo atrio all’aperto, forse no. 
L’interno all’inizio è simile ad una casa, una serie di camere, in una c’è un letto e un divano con panni da lavare, poi una specie di cucina con una tavola. 
Il "Biffo", che è il padrone, e forse il cuoco, non si vede mai. E quando si vede sembra che sia un personaggio teatrale o addirittura un burattino od una maschera. 
Non parla quasi e ha delle movenze mimiche che ricordano Bernardo, il servo muto di Zorro. Eppure parlare con lui non crea il minimo imbarazzo. 
Non appena comunicatogli il numero di ospiti lui sparisce e appare ogni volta come in una magia, quasi dal nulla.
Ma è la sala che incanta. Tutta in mattoncini,con i soffitti altissimi, sembra risalire al medioevo o comunque a un’epoca lontana. 
Il camino emana una luce talmente forte che sembra offuscare la vista e impedisce di guardare tutto attorno con nitidezza, e questo sembra voluto. 
Due tavoli lunghissimi si snodano nel grande salone. 
Alla parete antiche maschere africane, un violino, oggetti strani. 
L'uccellino di un orologio a cucù esce ogni ora bofonchiando parole incomprensibili. 
E non c'è nessun tipo di elettricità. Solo candele e candele. 
Un lampadario spento (!) ricorda quello dei film di Robin Hood, che sembra debba apparire da un momento all’altro, saltandovi su e volteggiando per aria.
Sul soppalco, raggiungibile con una scaletta che si vede a stento, ci sono un pianoforte e due chitarre... senza corde
Nessuno mette legna sul fuoco, dev’essere l’ospite a farlo. 
Sembra di essere soli in un’antichissima casa abbandonata e persi in una dimensione diversa.
Il Biffo, l'uomo silenzioso che porta le vivande e scappa furtivo, fa anche il traghettatore sul Po, ma è talmente strano che sembra che ti traghetti anche l’anima in un limbo dove nessuno è più se stesso ma qualcos’altro."

Al Biffulus sono stata solo con le persone a cui voglio più bene. 


Proprio da qui riparto, con un piccolo avvenimento, una mini rassegna letteraria all'aperto, sul suggestivo argine del Po,  in cui sarò accompagnata da alcuni miei amici Volatori e in cui forse proporrò anche qualcosa di solo mio.
Ecco la locandina:



Domenica 16 settembre, dalle 10 alle...non so ;), finché c'è luce e vino rosso da bere!